San Valentino, versione giapponese

La festa di San Valentino fu portata in Giappone per la prima volta 70 anni fa (1936), da una ditta che vendeva cioccolato: la Morozoff. La campagna non andò benissimo, ma venne rilanciata anni dopo (1958) da un’altra industria, la Mary’s Chocolate Company, e da allora la popolarità di questa festa è andata crescendo negli anni, e si è consolidata come l’opportunità per una ragazza di confessare il proprio amore mediante un dono a base di cioccolato.

Il San Valentino giapponese, quindi, assume una connotazione leggermente diversa: per noi è un’occasione da festeggiare in coppia, scambiandoci reciprocamente regali, mentre in Giappone molte coppie si formano proprio in quel giorno, ma solo se la persona che riceve il cioccolato ricambia il sentimento della donna che glielo ha offerto.

Il 14 febbraio, infatti, sono solo le donne a potersi dichiarare in questo modo: per gli uomini è stato creato un giorno apposito, detto White Day (14 Marzo), in cui sono loro che regalano dei dolciumi (tradizionalmente si trattava di marshmallow, caramelle o biscotti, incartati solitamente con carta bianca, da qui il nome di white day) alle ragazze amate…anche questa festa è stata inventata da una ditta produttrice di dolciumi con il solo scopo di vendere!

Naturalmente, comunque, la cioccolata non serve solo per dichiararsi, ma viene regalata anche al proprio fidanzato/marito.Molte donne, inoltre, regalano del cioccolato anche a colleghi, capi ufficio o amici, ma solamente per ragioni sociali: questo cioccolato è detto giri-choko (cioccolato per dovere – in effetti la traduzione di giri è un po’ più complessa e rientra in una concezione sociale confuciana, è comunque riconducibile ad una forma di dovere sociale, ma di facciata, ossia una cosa cui ci si è in un certo qual modo “obbligati”, ma che non si sente col cuore!).

In contrapposizione alla “giri-choko” troviamo la denominazione di honmei-choko, ossia la cioccolata che si regala col cuore, alla persona amata. Nei grandi magazzini, come nei convenience store o nei negozi di dolci, si possono trovare in vendita entrambi i tipi, ma, mentre i primi sono più piccoli, impacchettati in modo semplice e poco costosi (intorno ai 300 yen, ossia poco meno di 3 euro), gli honmei-choko sono incartati in maniera molto elaborata e lavorati con varie forme (quella più popolare, naturalmente, è a forma di cuore!) o con scritte personalizzate (di solito il nome del ragazzo che la riceverà).

Tuttavia la cioccolata più “dolce” rimane quella fatta in casa! Molte donne, per rendere il regalo ancora più personale, confezionano infatti a mano i propri cioccolatini, scegliendo la cioccolata più adatta, fondendola in appositi stampini, e decorandola con il nome del fortunato o un messaggio personale.

Come è più naturale questa festività è molto sentita tra gli adolescenti: le ragazzine trovano in qualche modo il coraggio di confessare il loro amore, e i ragazzi si mettono in competizione fra loro per chi riceverà più cioccolata. Inutile dire che, i più popolari della scuola, sono quelli che ogni anno si fanno una gran scorpacciata!

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