Storia in pillole degli Anime (1° puntata)

Categoria: Il Giappone di oggi
Pubblicato Lunedì, 21 Dicembre 2015 18:45
Scritto da Daniele
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Storia in pillole degli Anime (1° puntata – dalle origini agli anni 1960)

di Fred Patten

Per gentile concessione di Animation World Network – AWN.com

Fred Patten © 1980 Tezuka Productions Co.

I primi film di animazione giapponesi vennero realizzati da singoli appassionati, ispirati dai pionieri del cinema di animazione americano ed europeo. I primi tre cartoni animati giapponesi (1917) avevano una lunghezza di una singola bobina ed una durata fra 1 e 5 minuti. Le animazioni degli anni 1920, con una lunghezza una a tre bobine, erano a volte imitazioni di cartoni animati stranieri, come la serie Felix The Cat, ma per la maggior parte erano tratte da racconti popolari orientali, negli stili tradizionali dell'arte giapponese.

 Ubasute Yama (1924)

- Ubasute Yama (1924)

Gli animatori principali dell'era del cinema muto includono Oten Shimokawa, Junichi Kouchi, Seitaro Kitayama, Sanae Yamamoto - il cui The Mountain Where Old Women Are Abandoned(Ubasute Yama) del 1924 è uno degli Anime più antichi oggi esistenti - Yasuji Murata e il maestro dell'animazione con silhouette di carta, Noboru Ofuji. La maggior parte di loro lavoravano in piccoli studi domestici, anche se giunsero ad essere finanziati da compagnie teatrali giapponesi che fornirono il denaro per la produzione, in cambio dei diritti di distribuzione.

 Momotaro

- Momotaro Umi no Shimpei (1945)

Nel corso degli anni 1930, i racconti popolari cominciarono a cedere il passo ad un umorismo in stile occidentale. Questo rifletté gradualmente la crescente influenza del militarismo giapponese, come ad esempio nel cartone di 11 minuti Private 2nd-Class Norakuro di Mituyo Seo del 1934, un adattamento della popolare strip comica di Suihou Tagawa pubblicata sui giornali, su uno sfortunato soldato cane in un buffo esercito di animali. Dopo che il Giappone entrò in guerra con la Cina nel 1937, la necessità di ottenere produzioni approvate dalla censura governativa provocò un flusso costante di cartoni animati di propaganda militarista. Nel 1943, il governo militare imperiale decise che il Giappone aveva bisogno il suo primo lungometraggio d'animazione. Mituyo Seo venne autorizzato a mettere insieme un team di animatori per questo progetto. Il film 
di 74 minuti Momotaro's Gods-Blessed Sea Warriors (Momotaro Umi no Shimpei) era un'avventura giovanile che mostrava la Marina Imperiale come dei coraggiosi, simpatici marinai animali antropomorfi, i quali liberavano con decisione l' Indonesia e la Malesia dalle truppe occupanti alleate, buffoneschi diavoli con le corna – troppo tardi anche per essere un sogno, quando venne distribuito, nell'aprile del 1945, poco prima della fine della guerra.

Il cinema di animazione venne restituito ai singoli registi subito dopo la seconda guerra mondiale. Tuttavia, essai furono ostacolati per il decennio seguente dalla lenta ripresa dell'economia giapponese. Inoltre i loro film amatoriali si trovarono a competere con i raffinati cartoons degli studios americani, che si riversarono in Giappone al seguito delle forze di occupazione. La prima animazione giapponese a colori pare risalire al 1955. Divenne presto chiaro che il futuro dell'animazione giapponese risiedeva nell'adottare il sistema di lavoro degli studios occidentali. Tuttavia, gli artisti Anime indipendenti non scomparvero. Perciò, il primo animatore giapponese a raggiungere il riconoscimento internazionale fu Yoji Kuri, i cui filmati artistici, di solito della durata inferiore a un minuto ciascuno, apparvero in festival internazionali nel corso degli anni 1960 e 1970.


- Shōnen Sarutobi Sasuke (1959)

American-Style Studios

I tentativi di creare studios in stile americano iniziarono subito dopo la guerra , ma il primo vero successo giunse con la Toei Animation Co. organizzata a partire dal 1956. Il suo primo animatore principale, Yasuji Mori , diresse il primovero breve cartone animato della Toei, Doodling Kitty(Koneko no Rakugaki) nel maggio del 1957. Ma per il grande pubblico, l'ingresso del Giappone nell' animazione professionale giunse con il primo lungometraggio della società, “La Leggenda del Serpente Bianco” (Hakujaden), uscito nell' ottobre 1958.

Le prime realizzazioni della Toei seguivano la formula Disney molto da vicino. Venivano prodotti a un anno di distanza; erano basati su racconti popolari - orientali, piuttosto che europei - e gli eroi avevano come compagni molti animali carini e divertenti. I primi sei furono distribuiti in America , di solito un paio di anni dopo la loro prima uscita in Giappone. Dal secondo al sestofurono Magic Boy(Shōnen Sarutobi Sasuke)( 1959), “Le 13 Fatiche di Ercolino”(Saiyuki) (1960), “Robin e i Due Moschettieri e Mezzo”(Anju to Zushiômaru) ( 1961), “Le Meravigliose Avventure di Sinbad” o “Sinbad Il Marinaio” (Arabian naito: Shindobaddo no bōken) (1962 , tutti e cinque per la regia di Taiji Yabushita), e “Il Piccolo Principe e il Drago a Otto Teste(Wanpaku ôji no orochi taiji(1963, regia di Yugo Serikawa con un design all'avanguardia stilizzato di Yasuji Mori). Purtroppo, non ebbero successo negli Stati Uniti e il cinema di animazione giapponese scomparve dall'America per i successivi due decenni - a meno che non potesse essere venduto a qualche canale TV come film del pomeriggio per bambini.

 

- Sayuki (1960)

Qualcosa di inaspettato

 

Ma Saiyuki (“Le 13 Fatiche di Ercolino”, conosciuto negli USA come Alakazam The Great - NdTebbe un risultato inaspettato . Anche se diretto da Yabushita , si basava su un popolare adattamento a fumetti del 1950 di Osamu Tezuka dell' antica leggenda cinese del Re Scimmia. Il giovane Tezuka era il più popolare artista di fumetti in Giappone negli anni 1950 e colui che praticamente inventò la moderna industria dei Manga. Dal momento che il film utilizzava la sua trama e stile visivo, venne consultato per l'adattamento e coinvolto nella sua promozione. Questo gli fece passare la sua attenzione dai fumetti all'animazione.

(continua...)