Kangeiko - Tamura Nobuyoshi

 

 

I trenta giorni più freddi dell’anno sono chiamati kan.
Il kangeiko si pratica durante questo periodo, prima del levar del sole del giorno più freddo.

Non solo nella pratica del Budo, ma anche tra i narratori, i cantanti e gli arbitri di Sumo, ossia nel mondo degli artisti della voce, esiste una pratica che consiste nell’alzarsi al mattino nelle ore più fredde per esercitare la voce cantando o recitando preghiere. 
Coloro che hanno preghiere particolari da formulare agli Dei o ai Buddha, eseguono il kanmairi (“pratica del freddo”), pregando ogni giorno per un mese e purificandosi  con tinozze d’acqua fredda (“kangori”).
Si dice che le preghiere così formulate vengano sempre esaudite.

Il periodo del kangeiko si estendeva in origine per un mese, ma oggigiorno si limita a dieci giorni, o anche ad una settimana.

Nel passato c’era chi si alzava prima del l’alba e raggiungeva il dojo a piedi perchè i primi treni non partivano così presto.
Nel dojo, che naturalmente non era riscaldato, tutte le finestre erano spalancate e i praticanti si recavano al lavoro dopo una buona doccia fredda.
Coloro che avevano partecipato con assiduità a questi esercizi ricevevano un certificato; all’Aikikai, si riceve un fazzoletto ornato d’una calligrafia e del sigillo di O Sensei.
Dato che questo fazzoletto è differente ogni anno, ci sono molti che ne fanno raccolta. Nel volgere di qualche anno, questi fazzoletti divengono oggetti da collezione molto valutati.

Bisogna alzarsi subito, senza preoccuparsi del freddo, essendo regolari nella propria pratica, fatto che richiede forza di volontà.
È una volontà un pò differente da quella domandata da una pratica intensiva.
L’esperienza del freddo è forse la prima esperienza della nascita. Il freddo e la fame sono sensazioni che toccano i livelli più profondi e forse più “primari” del nostro subcosciente.
Probabilmente per questo, nelle varie religioni, si pratica il digiuno o la resistenza al freddo.

Sta a noi di mettere in opera queste pratiche, non solamente nell’occasione del kangeiko, ma in ogni momento, al fine di stabilire una relazione col nostro subcosciente.

È essenziale che ognuno sperimenti da sè.


N. Tamura

dal sito del Ryu No Ibuki

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